Una pegatina dove è scritta la frase "Il mio cellulare è il mio fucile" è stata progettata dai Comitati di Difesa della Rivoluzione (CDR) per regalare ai loro "ciberguerriglieri" a L'Avana.
La Direzione Provinciale dei CDR della capitale del paese ha pubblicato su Facebook che uno di questi adesivi è stato apposto dal primo Segretario del PCC, Liván Izquierdo, al Coordinatore Provinciale dei CDR dell'Avana, Eliades Rodríguez.
Sottolinea che si tratta di un "esempio di giovane combattente nel reale e nel virtuale".
Eliades Rodríguez Martínez riconobbe "il gesto", e disse che "Non si può essere rivoluzionari a metà!"; quindi esortò i "veri combattenti della rivoluzione cubana" a dimostrarlo "nel mondo reale e in quello virtuale".
Diversi cubani hanno reagito alla pubblicazione criticando le cosiddette ciberclarias del regime, che si nascondono dietro profili falsi sui social media per screditare attivisti, oppositori, stampa indipendente e minacciare coloro che criticano la situazione nell'isola.
Non gli basta il lavaggio del cervello e la censura ideologica attraverso la radio e la televisione. Ora vogliono prendere possesso anche di Internet. Mi dispiace, ma con Internet, le bugie sono finite", ha commentato una donna.
Nel 2022 il social network Facebook ha chiuso diversi account gestiti dalla Sicurezza di Stato di Cuba che si dedicavano a diffondere calunnie contro attivisti, oppositori, giornalisti indipendenti, artisti e cittadini scomodi al regime dell'Avana.
Il profilo di "Razones de Cuba", un controverso programma governativo dedicato a creare "dossier" contro i critici del governo è stato chiuso, insieme agli account di Guerrero Cubano (con scopi simili), La mala palabra, Cuba non è Miami e Karlito Marx Jeune, tra gli altri.
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